Evocazione del “sepulcrum” come è nell’immaginario collettivo, da qui parte l’idea di una cappella funeraria come un monolite litico spaccato da profonde fenditure.
Cannole (LE)
Edifici Privati
Edifici per il culto
2002
Privato
Ing. Luigi Paolino
Progetto Architettonico (preliminare, definitivo ed esecutivo)
Progetto Strutturale
L’evocazione del “sepulcrum”, come è nell’immaginario collettivo: una roccia scavata ove riporre i propri cari, un’apertura che attende la pietra sepolcrale a chiudere definitivamente al mondo sensibile, ma con la certezza della resurrezione in Cristo.
Da qui parte l’idea di dar vita ad una cappella funeraria che vuole raffigurare un monolite litico spaccato da profonde fenditure, casuali, difformi, come aleatoria e diversa è la vita e casuali sono gli eventi della natura.
Non c’è regolarità geometrica, gli spigoli smussati del solido, smangiati, originano prospetti sfrangiati nei quali i tagli creano ombre che celano l’interno.
Lì, in mezzo alla campagna del profondo sud, alla punta del Salento nella Puglia ricca di storia, di arte, di architettura, in posizione isolata nel recinto del piccolo cimitero del paesino di Cannole, la cappella di tufo nella terra del tufo si staglia all’orizzonte fatto del verde degli uliveti nella breve piana che separa dal mare di Otranto, appena percepito in lontananza.
Il rivestimento esterno è un tonachino fatto di calce e polvere di tufo che definisce direttamente il colore del manufatto conferendogli continuità materica con la tradizione.
La copertura è piana realizzata con la tecnica del lastrico solare, tipica delle abitazioni a terrazza del luogo. Le lapidi e il pavimento sono in pietra leccese, tenero e caldo regalo fatto dalla natura ai costruttori, agli artigiani scalpellini, agli artisti locali.
L’iscrizione si coglie in lontananza: è un invito a perseguire la virtù, unico bene che sopravviverà alla caducità dell’esistenza.