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  • marcocagelli

Il Certificato di Idoneità Statica



A Milano è stato introdotto il Certificato di Idoneità Statica per gli edifici con più di cinquant'anni. Per gli edifici con più di cinquant’anni e privi di collaudo statico si dovrà provvedere a verificare lo stato dell’immobile secondo le linee guida redatte dall’Ordine degli Ingegneri di Milano entro novembre 2019.


Si può dibattere su una misura tesa a prevenire eventi drammatici? In Italia pare di sì. Partendo dal solito coro: ma fino ad oggi non è successo niente.

Analizziamo le evidenze:


  • notizie di tragici eventi per crolli di parti di edificio quali ballatoi, scale, balconi sono frequenti anche se non hanno risonanza nazionale; questo non consente di formare un'adeguata sensibilità al problema della sicurezza degli stabili;

  • sempre più frequentemente accadono dei “mancati incidenti” con crolli di rivestimenti, intonaci, lastre... di cui solo raramente si sente parlare sugli organi di stampa nazionali perchè nessuno è stato ferito gravemente;

  • la larga parte degli edifici costruiti in Italia ha ormai più di cinquant'anni, considerato periodo di “vita utile” degli edifici ordinari, periodo oltre il quale risultano necessari interventi di manutenzione straordinaria per prolungarne la “vita utile”.


Il quadro è quindi preoccupante.

Ma. Ma la prevenzione costa. Certo, ma aumenta la sicurezza, basti pensare a quanto spendiamo in revisioni dell'auto, della caldaia, degli impianti elettici che tutti compiamo per evitare danni. Quando si parla della sicurezza statica invece il messaggio dominante riguarda solo il “costo”, la percezione di una “vessazione” ed i tecnici vogliono solo speculare.


La realtà è ben diversa e basterebbe vedere quali esiti drammatici possano avere gli interventi “fatti in casa” per aprire porte o finestre, la mancata manutenzione degli stabili, l’aggiunta di elementi impiantistici. Girando per Milano si trovano situazioni che hanno dell'inverosimile con murature portanti devastate da nicchie, porte, aperture... “tanto il muro è grande”. Oppure pilastri ridotti perchè non ci sta il forno, colonne in calcestruzzo gettate dentro bidoni... senza parlare di sopraelevazioni, qualità di materiali, manutenzione dei piani cantinati (tanto non si vedono e quindi non è un problema). E gli effetti di tali situazioni si tramutano a volte in “fatalità” che finiscono solo sui notiziari locali, senza andare ad incidere sulla percezione diffusa.


Come tecnici specialisti non possiamo sottrarci ad un dovere di informare la società sui rischi che corriamo. Come tecnici specialisti non possiamo raccontare che la prevenzione non serva. E nemmeno possiamo dire che possa essere affidata a persone non formate allo scopo. Se gli edifici sono malati, servono tecnici istruiti, formati ed esperti nel riconoscere i segni della loro sofferenza, saperne giudicare la gravità e le modalità di cura, se necessarie.


Fortunatamente parrebbe che tutti questi aspetti possano entrare, finalmente, nel nuovo DPR 380, in cui avremo l’obbligatorietà del fascicolo dell’opera e del CIS su tutto il territorio nazionale. Sarà quindi compito delle categorie tecniche illustrare alle comunità di avere edifici più sicuri e società più resilienti.

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