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architettura sostenibile

CASA D’ABITAZIONE

Turbigo (MI)

Oggetto: Casa unifamiliare 
Progetto: 1997
Realizzazione: 1998/2001
Località: Turbigo (MI)
Attività svolte: Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo architettonico; Progetto strutturale; Direzioni Lavori
Categoria: Residenziale
Committente: Privato
Design:    Luigi Paolino

 

“ON THE WALL” è la sintesi della germinazione progettuale di quest’opera che si è sviluppata poggiandosi su una preesistenza densa di storia: un muro povero fatto di sassi del Ticino e pochi mattoni che costituiva, a partire dalla metà del ‘600, la recinzione del fondo del convento degli Agostiniani Scalzi.
La casa ha prospetto principale sulla via ma si sviluppa con forma ad L all’interno della proprietà privata a diventare uno spazio integrale di vita tutto affacciato con grande trasparenza sulla piccola corte interna.
Lo spazio della zona giorno connota l’intervento: un “open space” polifunzionale con sviluppo a doppia altezza, chiuso da una copertura lignea a vista caratterizzata da una grande fenditura trasparente.
La centralità del focolare domestico continua a sprigionare il suo fascino ancestrale: esso risalta tra vetrate, nella forma, nella materia, nell’accentuato cromatismo. Il serramento in alluminio che incornicia il manufatto ne amplifica l’importanza, così come il soffitto, in cemento a vista, affida all’impronta delle fodere del cassero e alle sfumature delle fughe la rilevanza prospettica dell’elemento.
Nel bianco della finitura a gesso delle pareti si interrompe, quasi sgretolandosi, il muro seicentesco di sassi e mattoni che chiude ad est l’intero ambiente, arricchendolo di preziosa atmosfera antica.
La memoria dei luoghi è incisa anche nelle pietre che li formano: ecco che una scala esterna in beola, appartenente ad una vecchia casa di ringhiera abbandonata, viene qui riutilizzata ritrovando la sua funzione all’interno di una casa nuova, ad evocare un trascorso lontano ma permanente. 
L’alzata viene sostituita da un supporto in acciaio verniciato che, a mensola, aiuta la singola pedata a sopportare il carico dinamico. 
Anche la ringhiera è un sapiente recupero di una vecchia ringhiera di ballatoio, in ferro battuto. 
L’opera si distingue anche per la grande attenzione prestata al controllo delle condizioni ambientali, dei disperdimenti termici e alla bio-architettura: iperisolamento delle chiusure opache (verticali e orizzontali), controllo totale delle eterogeneità termiche, vetrate riflettenti basso emissive, ventilazione naturale passiva, funzionamento “a serra solare” invernale, schermatura e regolazione del flusso luminoso. 

 

MENZIONE SPECIALE al Premio Internazionale di Architettura DITEC 2004

 

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